Paciano. Antico castello medievale.

Scritto il 04/06/2020
da Lorenzo Berna


Piccola ma affascinante cittadina medievale della Val di Chiana umbra, in provincia di Perugia, ricompresa tra “I borghi più belli d’Italia”, Paciano sorge sui colli a sud del Lago Trasimeno, da cui dista circa 7 km in linea d’aria. Mirabile gioiello d’arte, il suo centro storico sorge fra verdeggianti boschi che, a valle, lasciano il posto a una rigogliosa campagna dagli splendidi colori.

Luogo di origini etrusco-romane (Castrum Paciani Veteris), adagiato sul monte Petrarvella e posto in prossimità della via Aureliana (che collegava Perugia con Chiusi), Paciano fu sede di un tempio dedicato al dio Giano. 
Da quest’ultimo elemento, precisamente dalle espressioni “Pax Iani” (pace di Giano) o “Passus Iani” (passaggio al tempio di Giano), potrebbe derivare l’odierno nome del borgo.
Nel 917, Paciano fu donata dall’imperatore Berengario I del Friuli al marchese Uguccione di Bourbon.
Nel XIII secolo, il borgo passò a Perugia e nel 1312 fu menzionato come “Castrum Pacciani Novi”, a seguito di una ricollocazione più a valle dell’abitato (nell’attuale posizione, a 391 m s.l.m.), che fu interamente fortificato.
Nel 1371, l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo la assegnò in feudo (insieme alle vicine Piegaro e Panicale) a Guglielmo di Beaufort, fratello di papa Gregorio XI, il pontefice che riportò la sede petrina da Avignone a Roma.
Nel XV secolo, Paciano fu occupata prima dai mercenari del condottiero bergamasco Antonio Attendolo detto “Ciarpellone”, reduce dal saccheggio di Piegaro e di Macereto, e successivamente dagli Oddi, scacciati da Perugia dai rivali Baglioni.
Grazie all’intervento del Papa, nel 1489 Perugia riannetté il borgo, in seguito passato sotto la sovranità pontificia e, nel 1672, proclamato vecchia contea da papa Clemente X.

Dell’incantevole aspetto odierno di Paciano risalta, anzitutto, l’imponente e perfettamente conservata cinta muraria, munita di sette torrioni e con tre antichi accessi: Porta Fiorentina, Porta Perugina e Porta Rastrella.
Le mura racchiudono, in un impianto trapezoidale, le vetuste abitazioni interne, disposte a scacchiera lungo tre vie parallele (via Rossini, via Danzetta e via Sensini), traversate da suggestivi vicoli
Lungo via Sensini, si giunge anzitutto a Palazzo Baldeschi, sede della “Banca della Memoria del Trasimeno”, ossia di un museo destinato alla conservazione del patrimonio culturale, professionale ed enogastronomico del territorio pacianese. 
Poco più avanti, sovrastato dall’erta Torre dell’Orologio, sorge il bel Palazzo Comunale, antica architettura che ospita, fra l’altro, un’interessante pinacoteca già sede dell’antica Confraternita del Santissimo Sacramento.

All’interno, fra le altre opere, figurano i capolavori quattrocenteschi della “Crocifissione” di Francesco da Castel della Pieve e della “Madonna del Davanzale” di Bernardino di Mariotto, coevo del Perugino, nonché opere dell’artista pacianese Antonio Castelletti e una collezione di preziosi reliquiari in oro e in argento. Si segnalano anche reperti d’epoca etrusca (fra cui vasi in bucchero e in ceramica, lucerne e altri oggetti), risalenti al IV secolo a.C. e rinvenuti nelle campagne pacianesi.
Adiacente, si erge la Chiesa di San Giuseppe, sede del “Museo Don Aldo Rossi”, che custodisce pregevoli statue lignee e l’antico “Gonfalone della Madonna delle Grazie” (1470 ca.) opera della bottega di Benedetto Bonfigli. 
Nel centro storico, si segnalano anche la cinquecentesca Chiesa di San Carlo Borromeo e, in prossimità di Porta Rastrella, il sontuoso Palazzo Cennini, residenza in stile neoclassico ove, nel XVII secolo, dimorò il cardinale Francesco Cennini. 

Appena fuori Porta Fiorentina, si trova la splendida Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, sorta nel XVII secolo su una preesistente pieve romanica e all’interno adornata dai meravigliosi affreschi novecenteschi di Guglielmo Ascanio. 
A breve distanza, sorge l’antichissima Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano (menzionata già alla fine del VI secolo d.C.), ove restano tracce di dipinti della scuola del Perugino, distrutti durante i lavori di costruzione dell’abside nel Settecento. 
Ulteriore edificio di culto di grande rilevanza è la Chiesa della Madonna della Stella, raggiungibile seguendo l’omonima via da Porta Rastrella. Fu eretta tra il 1572 e il 1579 laddove era presente un’antica edicola raffigurante la Madre di Gesù: secondo la tradizione cristiana, nel 1561, un astro illuminò con un proprio raggio il manto della Madonna, su cui sarebbe comparsa una stella a otto punte. La Chiesa, oltre alla miracolosa immagine staccata dall’edicola, contiene mirabili affreschi dell’artista perugino Scilla Peccenini.
Poco distante da Porta Rastrella, infine, merita una visita la massiccia Torre d’Orlando, la quale, assieme ad alcuni resti di una remota cinta muraria, costituisce una traccia dell’antico abitato. La struttura è oggi una residenza privata.